"Spin-off – nel mondo dei
media è un film, una fiction televisiva, un fumetto, un romanzo o un videogioco
ricavati elaborando elementi di sfondo di una serie o di un'opera precedente (o
traendo spunto da uno dei suoi personaggi)"[1]
Nel nostro caso "Better
Call Saul" è stato sviluppato sulla figura dell'avvocato Saul Goodman, glorioso
elemento di spicco della fortunata serie Breaking Bad.
Personaggio assurdo e grottesco,
della razza di chi rimane sempre in piedi, Saul incarna la figura
dell'azzeccagarbugli; quel tipo di avvocato che solitamente viene assunto dai
colpevoli e che rimane, con inverosimili contorcimenti legali, sempre illeso dal pericolo del vero nella giustizia. In Breaking Bad è prevalentemente questo: "un
senza dio" disposto a vendere etica e morale per denaro, pacchiano, imbarazzante, un vile parassita, nevrotico, ossessionato e paranoico. Eppure l'avvocato Goodman risulta la miglior macchietta di tutta la
serie conquistando la simpatia immediata del pubblico.
“Nel luglio 2012, Vince
Gilligan, creatore di Breaking Bad, ha accennato ad un possibile
spin-off incentrato su Goodmam e nel mese di aprile 2013, è stato annunciato
che la serie era in fase di sviluppo, con Gilligan e Peter Gould al comando
delle operazioni.” [2]
Nella prima stagione assistiamo
alle picaresche vicissitudini di "Jimmy" McGill – in futuro Saul
Goodman - fratello minore, all’anagrafe
e in posizione sociale, del malatissimo ed ex grande avvocato Chuck McGill che,
pur gravando con il peso morale della sua ombra, aiuta il fratello minore ad
uscire dal carcere e a rifarsi una vita.
La mia tesi è questa: la
penna magistrale di Vince Gilligan ha creato un personaggio
precedente a Saul che, in corso d’opera, è riuscito a sviluppare una sua ragione d’essere,
del tutto slegata dai guai contingenti di Walter White. Questa tesi porta in sé
una protesta che vorrebbe la serie svincolata dal limitante titolo di spin-off.
E’ la qualità letteraria
del personaggio principale che rende Better
Call Saul una storia “indipendente”;
non siamo più spettatori dei lazzi di un buffone senza passato che cerca di
sbarcare il lunario della quotidianità con ogni mezzo, "Jimmy" McGill
è un antieroe che cede all’ineluttabilità del destino – tema molto caro agli
scrittori americani di una certa epoca – e diventa, in una metamorfosi dolorosa
e necessaria, l’inaccetabile e folcloristico Saul Goodman: un altro elemento
della saga umana firmata Vince Gilligan.
(Fabio Prestifilippo)
[1] cit. Wikipedia
[2] cit. Wikipedia
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